Attenzione alle sostanze tossiche più comuni
Che cosa sono le sostanze tossiche?
L'Environmental Protection Agency (EPA) definisce come tossico ogni componente chimico o miscela di più componenti chimici che potrebbero risultare pericolosi o dannosi per l'ambiente o la salute umana, se inalato, ingerito o assorbito attraverso la pelle.
Dove si trovano?
Alcune sostanze tossiche sono presenti in natura utilizzate da specie animali e vegetali come difesa da predatori ed insetti. Altri tossici, invece, sono prodotti sintetici industriali spesso contenuti in vernici, pesticidi, detrgenti per la casa e per il bucato, deodoranti per l'ambiente ecc.
Ad oggi, l'uomo risulta esposto molto più frequentemente alla seconda tipologia di tossici che è possibile riscontrare sia presso le abitazioni private sia nei luoghi di lavoro.
Quali sono i tossici con i quali entriamo più frequentemente in contatto?
1) Ftalati
L'esposizioni ad alti dosaggi di ftalati è stata associata al riscontro di diabete, premenopausa, insorgenza di alterazioni psichiche comportamentali e motorie nei neonati. Questi composti sono utilizzati nella produzione di materie plastiche e di cosmetici. A tal riguardo il ministero della salute precisa che i ftalati "Sono sostanze tossiche per la riproduzione, soggette a restrizione europea: il loro utilizzo non è consentito a concentrazioni superiori allo 0,1%, né nei giocattoli, né negli articoli destinati all'infanzia; il motivo della restrizione è dovuto al pericolo di esposizione che può derivare dal masticare o succhiare per lunghi periodi di tempo oggetti che contengono ftalati"
2) Pesticidi
Alcuni di essi sono stati banditi nel corso degli ultimi anni per via della loro pericolosità, ma sono ancora numerose le tipologie di pesticidi impiegati in agricoltura e nel giardinaggio al fine di limitare la presenza di insetti, senza tenere conto le ripercussioni del loro utilizzo sull'uomo e sull'ambiente. L'esposizione ai pesticidi è stata correlata a danni a livello neurologico ed immunologico oltre che a disturbi della crescita. Residui di pesticidi possono essere presenti in orti e giardini, aree agricole, campi coltivati, antiparassitari per animali domestici, insetticidi.
3) Bisfenolo A
Il bisfenolo A è un composto organico con due gruppi fenolo utilizzato nella produzione di materie plastiche impiegate anche a livello alimentare (bottiglie di plastica, pellicole, lattine ecc.). Questo composto ha elevata affinità con i recettori di alcuni ormoni steroidei determinando una compromissione dello sviluppo neurale. Esso, inoltre, risulta coinvolto nell'alterazione dello sviluppo sessuale del feto maschile, nella riduzione della fertilità dell'uomo, nelle complicazioni della mammella ed in quelle a carico della prostata.
Nelle femmine, il bisfenolo A interferisce anche sui recettori cardiaci determinando il rilascio di calcio dal reticolo sarcoplasmatico con relativa aritmia cardiaca. Secondo gli studi condotti nel 2008, la somministrazione di bisfenolo A determina diversi effetti endocrini che consentono di definire una dose massima giornaliera (TDI) bassissima, pari a 0,05 mg/kg. Tuttavia, rimanendo al di sotto di tale soglia e pur considerando eventuali condizioni potenzialmente a rischio come la gravidanza, anche grazie alla velocità di smaltimento metabolico di questa molecola, non c'è motivo di credere che l'utilizzo di bisfenolo A per la plastica e per i rivestimenti possa nuocere gravemente alla salute dei consumatori.
Nonostante ciò sarebbe opportuno limitarne il contatto ed evitarne l'ingerimento anche accidentale. L’uso del BPA nei materiali a contatto con gli alimenti è autorizzato nell’Unione europea ai sensi del regolamento 10/2011/UE, riguardante i materiali e gli oggetti di materia plastica destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari. Nel gennaio 2011 la Commissione europea ha adottato la direttiva 2011/8/UE che proibisce l’impiego del BPA per la produzione di biberon per l’infanzia in policarbonato. [Regolamento UE 10/2011 sui materiali plastici e i materiali a contatto con gli alimenti – EUR-Lex Direttiva 2011/8/UE che restringe l'impiego del bisfenolo A nei biberon di plastica – EUR-Lex] Il BPA è autorizzato per l’impiego a contatto con i prodotti alimentari anche in altri Paesi come gli Stati Uniti e il Giappone. Attualmente (dal 2013) è in corso una revisione della normativa da parte della EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare)
4) Diossina
La diossina è una sostanza tossica che può sprigionarsi nel corso di attività industriali impattanti o a seguito di incendi. Essa può entrare a fare parte della catena alimentare, contaminando piante ed animali presenti nella zona interessata da inquinamento da diossina. L'esposizione a diossina è concerogena e teratogena (ovvero è responsabile di malformazioni alla nascita). La diossina è stata rilevata in quantità significative in zone industriali inquinate e nei pressi degli inceneritori.
5) Metalli pesanti
In campo tossicologico quando si menzionano i "metalli pesanti" ci si riferisce a quei metalli responsabili di danno per la salute e l'ambiente ossia: mercurio, cadmio, cromo e piombo.
Il contatto con queste sostanze espone a problematiche neurologiche, gastroenterologiche ed immunitarie.
I metalli possono essere contenuti in vernici (datate) o di provenienza estera, sigarette elettroniche, frutta, verdura e alimenti provenienti da siti inquinati. Nel 2012 su Cancer Research Akesson et al. hanno evidenziato come anche i fertilizzanti (qualora contengano metalli pesanti come il cadmio) possano favorire l'insorgenza di tumori, in particolare tumore al seno nelle donne.
6) Ritardanti di fiamma PBDE
I ritardanti di fiamma bromati (BFR) sono miscele di sostanze chimiche artificiali che vengono aggiunte a un’ampia gamma di prodotti, anche per uso industriale, per renderli ignifughi. Sono spesso impiegati nelle plastiche, negli articoli tessili e nelle apparecchiature elettriche/elettroniche.
Nell’Unione europea (UE) l’uso di alcuni BFR è vietato o limitato; tuttavia, a causa della loro persistenza nell’ambiente, tali sostanze chimiche continuano a destare timori per i rischi che comportano per la salute pubblica. I prodotti trattati con BFR, ancora in uso o sotto forma di rifiuti, lasciano “filtrare” i BFR nell’ambiente e contaminano l’aria, il suolo e l’acqua. Questi contaminanti possono successivamente penetrare nella catena alimentare, dove si rinvengono soprattutto negli alimenti di origine animale come il pesce, la carne, il latte ed i prodotti derivati.
Sono già stati considerati nocivi per gli animali e la loro presenza può essere difficilmente evitata, in quanto il loro impiego può interessare la produzione di tappeti, cuscini, materassi, telefoni, computer, televisori, giochi elettronici, cucce per cani e gatti ed altri strumenti ed oggetti di uso comune.
7) Formaldeide
La formaldeide è una sostanza tossica largamente impiegata nella produzione di oggetti e strumenti di uso comune presenti nelle nostre abitazioni, come cosmetici, mobili, rivestimenti, colle e vernici. Già nel 2004, l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro aveva inserito la formaldeide tra le sostanze cancerogene per l'uomo. Per limitare l'esposizione domestica alla formaldeide, è bene ricordare attuare alcuni accorgimenti importanti, come l'aerazione della casa durante i lavori di tinteggiatura e la scelta di mobili naturali.
8) Composti organici volatili (VOC)
I composti organici volatili rappresentano un insieme di sostanze potenzialmente tossiche presenti soprattutto nei deodoranti per ambienti. Essi possono accumularsi nell'aria di casa e nel nostro organismo causando allergie, asma e disturbi respiratori. Il ricorso ai deodoranti per ambienti può essere facilmente evitato, areeggiando gli ambienti domestici più di frequente e ricorrendo ad alcune alternative naturali ai comuni deodoranti in vendita.
Fonti: GreenMe; EFSA; Salute.gov